Il cancro ovarico (OvC) rappresenta una sfida di gestione clinica significativa principalmente a causa della sua diagnosi in fase avanzata e dello sviluppo di resistenza alla chemioterapia. Il regime di trattamento standard in genere include l’utilizzo dei chemioterapici carboplatino e paclitaxel, con l’aggiunta di inibitori della poli(ADP-ribosio)polimerasi (PARPi) per pazienti con cancro ovarico sieroso di alto grado (HGSOC) portatori di mutazioni nei geni BRCA1/2. Tuttavia, la variabilità nelle risposte al trattamento suggerisce la necessità di indagare fattori che vanno oltre le mutazioni di BRCA1/2, come i meccanismi di riparazione del DNA e le alterazioni epigenetiche. In particolare, il deficit di riparazione della ricombinazione omologa (HRD) è osservato in un ulteriore 20% dei casi di HGSOC, indicando uno spettro più ampio di difetti di riparazione del DNA. Gli attuali test HRD commerciali presentano alcune limitazioni, il che spinge a uno sforzo globale per sviluppare nuovi test genomici e funzionali attraverso la ricerca accademica.
Questo studio esamina, nei 187 tumori sierosi ed endometrioidi di alto grado reclutati attraverso il trial clinico MITO16/MaNGO-OV-2, test genomici HRD accademici in combinazione con un test di immunofluorescenza RAD51 per valutare l’attivazione funzionale di HRD. Inoltre, lo studio incorpora l’analisi dell’espressione di microRNA-506 (miR-506) come presunto effettore epigenetico.
L’analisi mediante il test genomico accademico messo a punto dal gruppo MITO ne ha identificati 69 su 121 tumori (57%) come HRD-positivi: tale test genomico è risultato significativamente predittivo della risposta ai sali di platino in termini di intervallo libero da malattia (PFS). Lo studio dimostra come la combinazione del test funzionale in immunoistochimica (che valuta i foci di RAD51) e HRD genomico permette di incrementare fino all’84% la quota di pazienti classificati come HRD e quindi selezionare ancor meglio le pazienti da candidare a terapie con PARP-inibitori. La significativa discrepanza tra i due test sottolinea la necessità di perfezionare la classificazione del tumore per HRD. Una classificazione genomica a tre gruppi ha svelato una sopravvivenza libera da progressione (PFS) superiore nei tumori con HRD elevato e lieve rispetto ai tumori con HRD negativo. L’elevata concordanza tra RAD51 e test genomici nei tumori ad alto HRD positivi suggerisce un sottoinsieme di tumori “super-HRD” che presentano una PFS superiore. L’elevata espressione di miR-506 può essere utilizzata per perfezionare ulteriormente lo stato HRD.
Lo studio sottolinea le complessità della valutazione HRD e sostiene un approccio genomico e funzionale combinato per migliorare l’accuratezza predittiva nelle risposte al trattamento del carcinoma ovarico.
Unraveling the complexity of HRD assessment in ovarian cancer by combining genomic and functional approaches: translational analyses of MITO16-MaNGO-OV-2 trial
ESMO Open. 2025 Jan;10(1):104091. doi: 10.1016/j.esmoop.2024.104091. Epub 2025 Jan 3. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2059702924018611
B Pellegrino1, E D Capoluongo2, M Bagnoli3, L Arenare4, D Califano5, G Scambia6, S C Cecere7, E M Silini8, G L Scaglione9, A Spina5, G Tognon10, N Campanini8, C Pisano7, D Russo5, A Pettinato11, P Scollo12, R Iemmolo13, L De Cecco3, A Musolino14, S Marchini15, L Beltrame15, L Paracchini15, F Perrone4, D Mezzanzanica3, S Pignata16
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